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      - Sicuro! lo dici tu; - risponde; - Eccoli quì tutti - e vuota la piccola ciotola sul tavolino. A questa disputa, gli altri compagni ci vengono intorno incuriositi; s'apre un finestrino nel muro, (specie di spia fatta scavare dall'ispettor Pernice per sorprenderci durante il lavoro), e comparve la testa di canonico di costui: quì s'impegna una disputa animata; - Perchè ti sei fatto rosso come un gambero? - mi fa l'infame Fornasero; - non lo saresti divenuto se tu non avessi saputo che mancava del denaro!
      Rosso di rabbia; tutto tremante, mi metto la mano sul cuore e grido furioso:
      - Giuro sulle ossa di mia madre che io ho contato i denari due minuti fa e stavano bene. Mi rovescio le tasche del panciotto, de' pantaloni, della giacchetta, per far vedere che dicevo il vero; ma tanto l'ispettore, che i compagni, mi parve ridacchiassero maliziosamente. Basta, dovetti cercare chi mi prestasse mezza lira, e versai la somma, col cuore pieno di cordoglio.
      Non è dire quanto soffrii in codesta circostanza! Esser creduto ladro, mi metteva terrore; non sapevo più dove andare perchè nessuno mi guardasse in viso; nell'ufficio, fuori, fra i compagni di stazione, mi pareva che tutti mi sfuggissero, che tutti mi squadrassero con aria sospettosa; mi recavo sempre, prima che avvenisse il fatto, a far due chiacchiere con gli amici dell'ufficio biglietti, i quali lasciavano i cassetti sempre aperti come se niente fosse, e a volte se ne andavano al Caffè della Stazione a prendere il poncino e io distribuivo biglietti per loro: da quella sera in poi, appena comparivo, li vedevo subito affaccendati a serrare i cassetti in fretta e furia.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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