Pagina (339/497)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Alto, magro, biondissimo, aveva due occhi celesti verdolini, come il mare; due lunghi baffetti sottili, biondi, come se fosser di seta, ch'egli arricciava nervosamente; una fronte rettilinea come ne ho viste soltanto in Inghilterra; quelle fronti rette, piane, che s'aggrottano sopra il naso nei movimenti burrascosi dell'anima, o quando uno scatto improvviso mette in moto tutte le fibre del viso. Portamento militaresco, elegantissimo, passo marziale da ufficiale di cavalleria, fin dal primo momento che lo conobbi mi parve ritrovare in lui un vecchio soldato degli Usseri, un uomo non volgare, un simpaticissimo tipo di giovinotto serio e spregiudicato, un carattere maschio e fiero come piacevano a me. E che fosse fiero e virile, lo vedrete fra poco. Sparso sul suo viso; mi sembrò di leggerglici però come un sordo misterioso affanno, un dolore ineffabile, una celata mestizia, che disdiceva col resto del suo fare energico, audace, militaresco.
      Nei primi giorni che l'ebbi compagno, notai subito - o mi parve di scoprire - che fosse preoccupato finanziariamente; spinto da non so qual sentimento d'amicizia, di compassione, di compagnenismo, osai fare una cosa di cui poi ebbi, non a pentirmene (non bisogna pentirsi mai degli scatti del cuore); ma a benedirne le conseguenze, poichè da quella cosa nacque fra noi un'amicizia tenerissima e profonda che non ebbe fine che con la morte (dico con la morte poichè l'ultima lettera del povero Alberto, fu scritta per me). Osai dunque scrivergli sur un modulo di telegramma, dicendogli che credevo d'aver notato in lui una segreta afflizione, e, dopo i soliti complimenti banali, mettevo a disposizione sua, la non ricca, ma sincera e fraterna borsa mia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





Inghilterra Usseri Alberto