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      Mi rispose un biglietto, che conservo ancora: «Caro Signor Giulio Pane. Non ho mai trovato in vita mia, un'anima più nobile, un giovine più caro: accetto.... ringrazio di cuore. Alberto Bozzelli». E così cominciò un'intimità di reciproca stima e affetto ardentissimo che avevo conosciuto soltanto col mio buon Lemmi.
      Ed ecco ora come seppi cose strane e singolari di quel giovine povero e modesto, che veniva da Napoli col cuore infermo, privo di risorse, ma col dono della più grande ed eletta anima, con le prove del suo grande valore, e con l'audacia d'un carattere terribilmente strano, come or'ora dirò.
      Appena fummo intimi tanto da poter aprire il cuore alle mutue confidenze, mi narrò un dramma della sua vita, che aveva deciso di lui, e che non aveva mai più permesso che rimarginasse la ferita aperta con tanto strazio.
      Era Alberto d'una nobile e patriottica famiglia napoletana; a vent'anni, entrato volontario in cavalleria, n'era uscito caporal maggiore; era stato segretario del colonnello *** (non ne ricordo il nome), padre d'una leggiadra giovinetta. Istitutrice di quella signorina, una gentil figlia d'Albione, Miss Redflowers, passando giornalmente dal gabinetto del Colonnello e scambiando poche occhiate di sfuggita col bel caporal maggiore, s'era perdutamente innamorata di lui. S'intesero i due giovani, si videro nei giardini di Santa Lucia, si giurarono eterna fede e, Alberto le promise di sposarla appena terminata la ferma.
      Povera Miss Redflowers: credeva d'essere scesa in Italia per trovarvi la felicità, ci troverebbe invece la morte!


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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