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      Ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
      In noi di cari inganni,
      Non che la speme, il desiderio è spento.
      Posa per sempre. AssaiPalpitasti. Non val cosa nessuna
      I moti tuoi, nè di sospiri è degnaLa terra. Amaro e noia
      La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
      T'acqueta omai. DisperaL'ultima volta. Al gener nostro il fato
      Non donò che il morire. Omai disprezzaTe, la natura, il brutto
      Poter che, ascoso, a comun danno impera,
      E l'infinita vanità del tutto.
      E gli ricordavo quest'altri del divin Leopardi scozzese - Roberto Burns che cantò anche lui: quasi co' versi medesimi, l'eterna vanità del tutto.
      That Pow'r which rais'd and still up holdThis universal frame,
      From countless unbeginning timeWas ever still the same.
      Good Lord, what is Man! for as simple he looks,
      Do but try to develop his hooks and his Krooks;
      With his depths and his shallows, his good and his evil,
      All in all he is a problem, must puzzle the devil!
      BURNSE in quanto alla parte etica del problema che al buon Ernesto dava tanto da pensare e tanto fastidio; soggiungevo che la Storia Morale Europea e mondiale m'aveva dimostrato che la credenza, o fede, in un Dio non aveva mai impedito che l'uomo fosse il più gran brigante della Natura; che sotto le lustre d'una religione falsa, mentita e tradita dai suoi impostori eterni - i preti di tutte le chiese - s'erano perpetrati e si perpetravano al mondo ogni specie di misfatti e di soperchierie: che i martiri preclari di tutte le nazioni, da Cristo a Ferrer, dimostravano che l'uomo è una bestia crudelissima e molto peggiore della iena: che se Spencer e tutti gli altri filosofi ragionalisti non negavano una Forza Ignota o Potenza naturale, insediata nell'infinita Natura, questa Forza Ignota era ben lontana da essere l'Assoluto metafisico Hegeliano, Fichtiano, o di Schleiermacher, e risalendo su su, a quello di Platone; e che - astraendo dai sogni del cervello umano limitato e relativo, bisogna operare secondo la Morale che insegna l'Educazione e la Virtú - e morir soddisfatti.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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