O sentite.
Una mattina - era di sabato - smontato dal servizio di notte; stanco e freddoloso, me ne vado a casa, e non vedo l'ora d'esser sotto le coperte con la testa per riscaldare le membra assiderate; quando, nell'appoggiarmi alla sponda del letto per levarmi i calzoni, alzando gli occhi, vedo tre numeri scritti a lapis sul muro, proprio difaccia a me. Stetti cosė un istante e mi balenō questo pensiero fugacissimo: - Se li giocassi? Tante volte, chi sa, si sono dati certi casetti!... Ero lė lė per rivestirmi, correr gių al botteghino; buttar via cinque lire in un terno secco e doventar ricco senza tanta filosofia sprecata! Ma il freddo e la stanchezza ebbero il sopravvento anche sui sogni, e mi ficcai dentro, scordando i numeri, la filosofia, e la rosea speranza. Ma, ahimč, qual non fu la mia sorpresa, dolorosa e dispettosa a un tempo, nel trovare, il giorno dopo, spiattellato quei precisissimi numeri sul cartellino delle estrazioni del botteghino del Lotto! Mi morsi le mani; lo dissi agli amici; questi divenuti tutti sapientoni, mi pigliarono in giro per molti giorni finchč, a forza di pensarci su, ne cavai una morale veramente filosofica e infallibile. Che non bisogna scotersi nč affliggersi nč delle mancate fortune, nč delle disgrazie che ti cāpitano fra capo e collo quando meno te l'aspetti; e che - soprattutto, - non bisogna giocar mai al ladro lotto, per non dare soddisfazione a quel porco rufiano del governo che ci specula su; che se tutti gli uomini onesti del nostro paese facessero propaganda contro lo sperpero de' soldi che la povera gente butta via nelle fauci ingorde del pių gran bandito che si conosca al mondo; sarebbe sradicato un bubbone spaventoso che avvelena e uccide tanta povera gente e che divora e succhia le forze vitali del proletariato in un modo spaventevole; e allora, spenta l'immonda piovra, la miseria vergognosa e ripugnante non s'assiderebbe pių nelle soffitte e nelle cantine, non mieterebbe pių vittime con l'abbrutimento, l'alcoolismo e la pazzia, col delitto, la corruzione, la degenerazione dell'infanzia e della donna; e tutti gl'infiniti mali che lacerano e disfanno la pių rigogliosa e miglior parte dell'umanitā.
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Lotto
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