... intanto apro con mano tremante la vetrata, entro e vedo, seduta nel posto pił cospicuo dell'osteria, una bellissima donna, trasteverina puro sangue, agghindata e in ghingheri come se andasse a ballare; alta, formosa, pettoruta come un balione lombardo, col seno adorno di quattro o cinque file di coralli rossi accesi, con due buccole a pera pure di corallo; una bocca guarnita di denti bianchi e lustri come l'avorio; due occhi sorridenti e profondi, e un capo di riccioli finti che facevano penoso contrasto con la bellezza scultoria della brava donna.
Rimasi interdetto, come uno zotico, in mezzo della stanza; non osavo, fare un passo avanti, per soggezione, quando, un omone alto, grasso, grosso, con una testa di riccioli bianchi, e un paio di baffi candidi sotto un bel naso aquilino, mi viene incontro tutto sorridente e stendendomi una mano grande e grossa come una scodella, mi dice:
- Cosa te diamo ber giovinotto?
Veramente le suppli di riso e l'arrosto alla cacciatora mi tiravano col loro profumo che usciva di sotto il camino, dove un con unto e bisunto, con un berretto di carta, stava bazzicando con certi mestoli in una padella che sfrigolava su' carboni. Tutto il mio povero coraggio se n'era andato via di botto! Il sangue s'era fermato al cuore, e comincio a balbettare, senza saper che ragioni dire; quando la brava sposa, o che s'accorgesse che avevo pochi soldi, o che sentisse compassione di me; s'alza, si tira su la sottana con le mani cariche d'anelli d'oro e viene incuriosita dinanzi a me col marito, guardandomi sorridendo e a labbra aperte.
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