- Scusi - comincio io rivolgendomi a lei - siccome ho visto che loro fanno credito domani, oggi no, venivo a domandar loro se cominciando invece da oggi: volevano fidarmi la retta: sono... così e così... e racconto per filo e per segno e dall'A alla zeta, vita e morte e miracoli dell'umile sottoscritto.
- Ma voi che ce dite - bel giovinotto - ma voi ce fate un regalo - mettèteve a sède; magnate, magnate puro, che ve se legge 'nder viso che sete un galantomo: - quer che c'è scritto lli, vedete, è fatto pe' quelli che nun vonno pagà mai e che magneno e beveno e ce pianteno li puffi: è pe' questo che ce sta scritto: «credito domani, oggi no!».
Per farla breve: mangiai, bevvi, ciarlai, ringraziai e da quel benedetto giorno trovai una donna e un uomo col cuore grande come la cupola di San Pietro: stetti a Roma molti anni, nè mai mutai se non una volta sola - sobillato da un amico che, dandomi a bere di pagar la metà e godere il doppio, mi portò in un altra trattoria mi fece vomitare il desinare, come sentirete, se vorrete sentire.
La trattoria si chiamava de' «Sette Colli», ma in verità devo dire, che tutti noi la conoscevamo per la «Trattoria della Sora Nena»; chè tale era il nome della bella sposa della quale avrò a parlare anche più avanti: e Augusto Lucidi il suo legittimo marito, antico cantante - diceva lui - o corista, (credo), che aveva girato il mondo con la moglie - corista anche lei - e si dava grand'importanza, con un'aria da gran virtuoso, appunto perchè aveva cantato, diceva ne' primi teatri del mondo, a Costantinopoli, a Mosca, e che so io.
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