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      L'amicizia che legava me ad Aristide, non venne mai meno per tutto il tempo che rimasi in Roma, nemmeno in questa circostanza dolorosa, nella quale io doveva simulare di nulla comprendere, lui di nulla sapere! Ond'è che seguitammo le nostre piacevoli escursioni, i nostri studi storici, le nostre scappatelle (diciamolo pure col vero nome loro) nella trattoria dei «Sette Colli» dove, un circolo di varj amici si formava tutte le sere, a giocare, a far la passatella, suonar la chitarra e cantare stornelli di tutte le provincie d'Italia. Passando la mezzanotte nelle belle sere d'estate, quando più splendeva la luna, e quando l'ultimo attardato avventore s'era ritirato dalla trattoria; andavamo insieme cantando per Roma, unendosi spesso a noi cori di giovani toscani, specie livornesi e fiorentini, coi quali andavano fino al Colosseo improvvisando serenate meravigliose.
      Che dolci canti e sonori in quelle liete brigate di trenta quaranta voci chiare, intonate, con accompagnamento di venti, trenta chitarre: la gente si fermava, ci accompagnava, ci applaudiva, s'univa a noi e, facendo circolo sulla terra ove secoli e secoli innanzi i martiri cristiani erano stati sbranati dalle fiere del circo, o dove forse Spartaco aveva lanciato il primo grido di ribellione; i cori melanconici e soavi della Musa popolare, riecheggiavano fra quelle severe arcate, suscitando fremiti di sentimento e di piacere: tutta la notte ricantavamo con lo stesso entusiasmo, e il medesimo rapimento l'allora famosissimo Addio del Giusti; costì non v'era retorica, costì non v'erano falsi palpiti del nostro cuore giovanile aperto a tutto ciò che era bello, lieto, pieno di speranza agli albori della vita; noi giovani, esalavamo l'emozioni del cuore con l'energia dei vent'anni; i vecchi, gli uomini maturi, i più posati, ci seguivano battendo il tempo, applaudendo, e le meste note del canto lirico inondavano il cielo azzurro e stellato, come sospiri d'anime risorte dalla tomba, prossime a noi, singhiozzanti nel comune ritmo che saliva saliva in alto nella luce lunare, tra i rifulgenti scintillii delle stelle lontane.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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