Si sentiva la voce argentina e baritonale del sor Augusto Lucidi e la calda voce di lodola della bellissima Sora Nena superare tutte le nostre: Aristide, io, Marconi ripetevamo in coro in terza con quell'ardore che solo i giovani sanno; le sorelle del mio caro amico, Lauretta, Elvira, e il suo promesso sposo, facevano a gara ad accompagnare le nostre strofe, e farsi onore.
Ed oggi, vecchio, cieco, frigido e immobile sur una sedia, con appena la forza di tener questa povera penna in mano per buttar giù le ricordanze palpitanti della mia puerizia; oggi, che i miei figli sono raminghi pe 'l mondo; tutti i miei affetti spenti, e tramontati; parenti, amici, sperduti o morti; il ricordo di quei giorni felici e innocenti mi s'affaccia alla mente come uno sprazzo di luce subitanea, come un raggio ardente di sole all'occhio del povero cieco che ha riacquistato il lume degli occhi; dal profondo dell'anima, benedico quelle care persone con le quali passai le più dolci e soavi ore della giovinezza, nell'intimo connubio dell'amicizia disinteressata, spontanea dolcissima della vivente gioventù.
Ho scritto più sopra un nome: Marconi! Marconi..... il celebre tenore, che tanta fama s'acquistò in Italia e in tutte le parti del mondo: Marconi, giovinetto appena quindicenne che io conobbi nella famosa trattoria della Sora Nena; Marconi, che se divenne quel famoso cantante che fu lo dovette, certamente, ai consigli nostri; ai consigli, agli ammonimenti, alle istanze che tutti gli amici gli facevamo.
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