Scende, lento lento, il clipéo d'oro, fino a sembrar la Cupola di Brunellesco che si posa maestosa e nera, sul gran profilo del pił gran tempio del mondo; il cielo, sopra e lontano, assume le pił variate e diverse tinte d'un tavolozza miracolosa; tutti i colori dell'iride sembrano stemperarsi e scaldarsi al gran fuoco dell'astro della vita; fasci giganteschi di raggi d'oro, arancione, gialli, rossi, color ametista; color d'opale, di viola, si rifrangono a grado a grado sulla gran vņlta celeste e la luce, slanciata con una velocitą fņlle, radendo gli oggetti, i comignoli dei tetti, gli obelischi, gli alberi, le nuvolette, (quando vi sono) par che sprizzi una luce fosforescente e magnetica da gli oggetti distanti e vicini.
Intanto, volgendo le spalle al Vaticano, che sembra addormentarsi quietamente sotto le carezze degli ultimi bagliori crepuscolari; verso nord, si cominciano a veder rifulgere prima le pił grosse, Sirio, Betelgeuse, o a seconda della stagione, Antares, Arturo, e i pianeti Marte rossiccio, la bianca Venere, il pallido Saturno, il grandioso Giove, poi le pił minute, indi le minutissime stelle e il fondo rosa ceruleo si volge a indaco, ad azzurro intenso, fino a divenir violaceo lucente, come una ricchissima pezza di raso trapunta di pietre preziose.
E pietre preziose sono, e sembrano, le stelle che voi contemplate con la pupilla dilatata e fissa: gemme maravigliose, di cui ignorate l'etą, la lontananza, lo scopo, il fine, le origini!
Volgete lo sguardo alla sottoposta cittą, alle vie oscure e lontane da cui non una voce puņ giungervi per tanta distanza; scorgete, pił qua pił lą, rari e incerti, trepidanti puntolini moversi lenti lenti sulla sottostante piazza del Popolo, i lumi incerti e pallidissimi, le finestre semi illuminate, i viandanti che vanno come lente formiche e s'internano nelle porte che voi raffigurate alla mente attonita, come caverne o fori o gallerie sorde, sordide, morte, e pensate, anche involontariamente, alla vita umana e ai suoi vermolini che s'accapigliano per un tozzo di pane, per un pezzo di terra, per il possesso d'un deserto, seminando la strage e la morte, il fuoco, il sangue, la desolazione.
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