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      126 ogni, più lieve infrazione: spia piccola l'uno, spia grande l'altro, e io gonfiavo e mettevo dentro.
      Un giorno fu trovato il plico dell'ispettorato su una bòzza d'acqua versata dalla boccia che tenevano per bere; arriva il Tunti, prende la lettera; si volta a noi, e: - Chi è stato che ha bagnato questa lettera? Rispondiamo d'averla trovata così, allo smontar di notte di Telesforo. Interrogato, nega: ma il messaggero, in gran segreto, mi racconta che, in sul far del giorno, l'ipocrita aveva aperto il plico, l'aveva letto e tentava riserrare la busta senza poterlo: per salvarsi ha versato l'acqua, ponendoci sopra la parte gommosa, pensando di sviar così i sospetti, anzi cosa ti fa? nella deposizione d'inchiesta, dà la colpa a me senz'altro, dicendo che io aprivo tutte le lettere!
      La furia mi divorava: entro in officio, mi dirigo alla macchina della linea di Civitavecchia dove stava trasmettendo quel birbone e gli domando concitato se è vero che ha detto che sono stato io e che leggo tutte le lettere dell'ispettore, per tutta risposta mi dà del prepotente. Accecato dalla rabbia, gli meno una ceffata; si china dietro l'apparato e colpisco col dorso della mano l'asse del volante porta-zona, ficcandomelo nella carne, nell'impeto, e producendomi una ferita dolorosissima.
      Naturalmente l'affare non poteva finir lì, ed ebbi la costanza d'aspettarlo dalle tre alle sette che smonta di servizio: ho giurato di fargliela pagare.
      C'era davanti alla stazione una gran montagna di cocci, (non so se esiste piu) detto il Monte Testaccio; codesta collinetta, era formata di pezzi d'anfore rotte, vasi romani, lumi di terra a olio, bocce e piatti dell'epoca imperiale.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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