Che fatto strano - penso fra me - che gente matta questi forestieri; buon per loro che hanno denaro da buttar via; o di questo foulard cosa ne fo? devo proprio andare a casa loro? Cosa succederà?
Ero perplesso, agitato, nervoso; la bellezza seducente di quel viso m'aveva dato il capogiro; ho avuto, sempre, da giovine e da vecchio, un temperamento facile all'ammirazione; il bello, il formoso, lo strano, il maraviglioso, hanno esercitato un'influenza così potente sul mio cervello che un bel visino, (quel bello che piace, non il bello, comune e che nulla dice al cuore) un gesto solo, anche un'occhiata sola, mi hanno fatto perdere a un tratto l'impero di me stesso. E quella giovinetta russa era veramente bella, di quella bellezza rara e luminosa che fiorisce fra le nevi e i ghiacci perpetui delle terre equoree. Il sorriso poi, traduceva all'esterno la sensibilità timida e gentile d'un'anima pura; le fiamme, che guizzavano da quegli occhi di velluto leali, virginei come quelli di una bimba, mi erano penetrati nel fondo del cuore e - per farla breve - sentivo un turbamento ineffabile.
Alle tre dello stesso giorno, col cuore in sussulto, a passi incerti, montavo le scale della pensione dove abitava la bella fanciulla, e dieci minuti dopo, sur un tavolincino di tartaruga preziosissimo, deponevo il denaro, la ricevuta e il foulard.
Mai ho veduto un appartamento più signorile di quello. Seterie sulle poltrone e arazzi alle porte; specchi di Boemia e di Murano; i mobili più preziosi, le tappezzerie e le ricchezze più lussureggianti che abbiano mai adornato le grotte delle fate delle Mille e una Notte, costì si trovavano ammonticchiate e profuse; vasi d'alabastro con entrovi fiori jemali e pesciolini e tartuche microscopiche tra capelvenere e rose primaverili.
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Boemia Murano Mille Notte
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