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      Dopo tanti e tanti anni che sono passati, da quei tempi; nel fermare nella mente quella figura immacolata di amabilissima fanciulla, io non so se, analizzando nell'intimo del mio cuore, vi trovo o vi sento rimorso per la tragica fine di quell'anima: essa non dischiuse giammai lo scrigno segreto del suo cuoricino; non ne lasciò aperto neppure giammai uno spiraglio ancorchè tenesse del mistero dell'anima sua, il sacro pudore virgineo dei vent'anni; invano, ritornando indietro indietro con la memoria, (pur così vivida e adorante sulle sbiadite figure e le ombre fluttuanti al pensiero), tento sorprendere un atto, un segno, fugace ed effimero come un sorriso, come un profumo, come uno scatto, tosto represso, ma che pur rilevi il palpito vibrante dell'anima innamorata, e se tento indovinare da quello sguardo profondo, sorridente, pieno di misteri; se fui per Margherita qualcosa più che un fratello essa portò con sè nella tomba il suo segreto, così gelosamente costudito, così tenacemente simulato che neppur Virginia; nè forse l'imagine stessa di quella Madonna dinanzi alla quale ogni giorno affidava, con mano tremante, le pallide rose che le portavo; seppe il gran dolore che conquideva quell'anima innocente, che la struggeva a poco a poco come si strugge la cera al sol d'agosto.
      Una famiglia di ricchissimi signori fiorentini la chiese per istitutrice di due bambine a Firenze, e il padre acconsentì a separarsene (sollecitudine non rara ne' padri), io dovendomi recare a Lucca per la visita militare fui pregato d'accompagnarla e lasciarla a Arezzo.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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