Credo che nella mia giovanile impazienza, forse scoprisse il lato del mio carattere; ero scusabile, credo; poichè se dimostravo impazienza di veder Virginia, non avevo ragione? Quattro lunghi anni erano trascorsi lentamente lentamente, da quando, a Firenze, io ne avevo fatto la prima conoscenza in casa di sua zia. Non era stato tenace e fedele il mio cuore ai giuramenti leali dell'adolescenza?
Giungemmo ad Arezzo ch'era ancor notte; Virginia, che riconobbi di lontano, si tirò al petto la sua Margherita e la baciò con trasporto; mi strinse tremante la mano e sentii, dopo quattro anni, che l'anima sua era sempre la stessa; pure, io non poteva fermarmi; risalii sul treno, dopo la breve sosta, riprese la corsa ed io rimasi solo nella vettura con un pezzo di carta datomi destramente su cui essa aveva scritto queste poche righe: - Al ritorno ti fermerai? non tornerai a Roma senza prima parlarmi! per sempre: la tua Virginia.
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Aimè, com'è facile moralizzare da giovani e da vecchi sulle passioni umane! com'è facile sentenziare sulla morale e l'avventatezza dei genitori, se sacrificano o tormentano i figli loro! ma è forse così difficile al mondo, che un padre e una madre, prima di sacrificare il proprio sangue, non interroghino il cuore e gli chiedano quello che il tempo certamente chiederà loro raffacciandoglielo, condannando l'amor paterno ad un rimorso inestinguibile?preparando l'infelicità, il tormento e il martirio nelle forme più abbiette e ripugnanti?
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