E se colpa vi fu e grande e taluno, innocente, ne pagò il fio; è forse così difficile riconoscer l'impero della natura sul sentimento invincibile e ribelle dell'amore che rompe legami, incendia cuori, annienta esistenze ed è intrepido e sommesso, irrefrenabile e schiavo, incatenato e ribelle?
Virginia: ricordi tu - se ancor vivi - l'indomabile passione di cui mi facesti vittima? ricordi tu - o Virginia - la potenza arcana e fatale che devastò la mia giovinezza e infranse gl'idoli tutti delle mie speranze? e non gl'idoli soli, ma anche la vita stessa e la sua più evidente estrinsecazione, il carattere?
Possa tu - o fuggitiva imagine de' miei più intensi affetti - ricordare nelle tue veglie senili e nelle lunghe impazienze cui l'età è condannata ormai, alzare con una mano tremante quel velo che io mi sforzai durante cinquant'anni e ogni ora del giorno e nelle tenebre, dinanzi al sole, e dinanzi alle stelle, in mezzo agli uomini e nelle solitudini, tener sempre steso sul passato comune! Se la vita fu un pentimento e una lotta; se i miei sforzi furono una pugna ininterrotta verso il bene, verso la giustizia, verso la fraternità umana; - dimmi Virginia - non ti diceva io il vero che il mio era un vero amore intrepido, generoso, incombustibile?
Passai pochi giorni al mio paese e mi giovò riveder quei luoghi tanto amati: il mio buon Carlo Bini, poverino era morto; altri amici partiti, Lucca non mi destava ormai se non una pallida memoria delle giovanili emozioni; sembravami una città morta, dove io, invano, avrei potuto far rivivere le adorabili fantasticherie de' primi anni.
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Virginia Virginia Carlo Bini Lucca
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