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      Gli occhi vorrebbero dire ciò che la bocca non osa; i pensieri, le idee, le imagini stesse che s'affollano in affannosa moltitudine al cuore e che vorrebbero urlare la loro passione in un linguaggio ardente, da solo a solo con l'oggetto prezioso che ama, svaniscono come per incanto; il silenzio della voce, i monosillabi tronchi e sbiaditi, le poche parole che si pronunciano nella intensa emozione contenuta, sono come segni irrefragabili della lotta interna che cerca farsi strada a dispetto della dissimulazione: Margherita s'accorse forse del tormento nostro mal represso? seppe essa, così sensibile (chè la donna è come la sensitiva, alla quale basta un alito della più tenue brezza perchè serri pudica e raggricchi le sue foglioline ferite) così sensibile - dico - seppe essa trar fuori dalle nostre parole banali quel terribile segreto che ravvolgeva e ravvolgerebbe per tutta la vita le nostre anime ferite insieme? Mistero. Le tombe non parlano: e un freddo e pesante marmo copre ormai le ossa di quella giovine, che seppe così profondamente nascondere, entro le pieghe silenziose del cuore virtuoso e veramente magnanimo ma forse ferito e straziato, il segreto di cui Virginia e io, tenevamo gelosamente la chiave.
     
      Margerita.
      Ed ecco ora in che modo, per brevi ore trascorse in un paradiso tormentoso (se mi si può permettere il gioco stupido di parole), io giocava la mia pace e l'esistenza futura e il pane di tutta la vita.
      Quelle due adorabili creature non potevano credere che la disciplina fosse così crudele da non permettermi di rimanere alcune ore di più in loro compagnia.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





Margherita Virginia