Ho detto molte pagine innanzi (al principio di questo capitolo) che il mio carissimo Aristide era studente al Collegio di Propaganda Fide: orbene, fu appunto costì che conobbi il celebre fisico e sommo astronomo, padre Angelo Secchi. Ed ecco in che modo e come potei, un giorno assistere a una disputa straordinaria tra lui e il padre Zini avvenuta nello studio medesimo del celeberrimo scienziato.
Rimasto - come il lettore sa - privo di pane per la sospensione, e postomi a maestro di lingue; il mio buon amico e le egregie persone della famiglia, si detter attorno a cercarmi lavoro. Il padre Secchi componeva in quell'anno il famoso suo «Le Soleil». Codesta opera magistrale fu scritta tutta in lingua francese, dalla prima all'ultima parola, dallo stesso padre Secchi; ma egli ne volle tirare una copia in calligrafia chiara da spedire agli editori Gauthiers-Villars di Parigi.
Il Padre Angelo Secchi.
Chiunque ha conoscenza d'Astronomia, sa che codesto lavoro: «Le Soleil» e l'altra: «Les Etoiles» sono le due migliori e più complete opere uraniche pubblicate fino a quei giorni; le teorie sulla struttura dell'astro centrale, la classificazione delle stelle in gruppi, dal loro colore studiate allo spettroscopio; specialmente la sua opera magistrale di Fisica «L'Unità delle Forze Fisiche» avevano reso famoso il nome del gesuita che fu ben presto conosciuto più all'estero e citato da uomini che rispondevano ai nomi di Jansen, Flammarion, Airy, Hann, Fasse ecc.; di quello che lo fosse in Italia, per molti anni.
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