Popolo calunniato e vilipeso, il napoletano può dire al mondo quanta poesia e quanta sapienza si scaldano nel cuore di zucchero. Popolo saccheggiato e mantenuto servo dall'ignoranza e dalla superstizione; passato dalle mani d'ingordi tiranni per tutte le miserie e per tutti i dolori che ne martirizzarono l'anima eternamente giovinetta, fidente e amantissima; ben altra sorte avrebbe meritato se popoli d'altri confini non si fossero approffittati della innata bontà e gentilezza sua, per tripudiarvi sopra come in terra di rubello, deflorandone le sue magnificenze, le sue donne, le sue creature.
Oh Napoli, mia; io t'amo e t'amerò eternamente a dispetto dei tuoi detrattori, dei tuoi calunniatori: nell'anima tua, nel tuo cielo, nelle tue pietà così nascoste e così difficili a trar fuori alla luce del sole, sta la potenza immortale dei tuoi giganti del pensiero, dei tuoi filosofi, dei tuoi poeti e fra gli astri del cielo e i palpiti della tua marina, la grand'anima tua brillerà ai miei occhi di fratello nel mondo, con le luci immortali dell'amore.
Pare che l'amore abbia scelto la sua dimora nella splendida città delle lave ardenti. Ma guai agl'inesperti; guai alle farfalle che s'accostino troppo vivacemente al fuoco sempre acceso sulle finestrelle e sulle piccole porte delle case napoletane; lo dirò subito: su me, non ebbe forza quel fuoco, e invano si provò a lambire l'anima mia, perchè per fortuna, mi trovò corazzato d'amianto e d'acciaio. L'imagine di Virginia profondamente scolpita nel cuore e nel pensiero, talismano potente contro gli assalti e gl'incanti delle belle e procaci figliuole della sirena partenopea.
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Napoli Virginia
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