Soltanto un eroe o un martire della scienza. E quest'eroe l'ebbe la gran patria latina: il professor Luigi Palmieri, il vecchio savio, che da cinquanta anni, studiava i fenomeni maravigliosi del suo amato Vesuvio; disprezzando i teneri consigli dell'intera cittą, l'affettuosa insistenza della famiglia, dei discepoli, dei professori dell'Universitą; soletto; senza voler compromettere nessun altro che se stesso, rimanendo otto giorni nel suo solitario Osservatorio, mentre la lingue di fiamma spietata della fucina infernale, lambivano, a poca distanza le muraglie della sua sacra specola, vedetta ammiranda per la scienza e il decoro degli umani, ne' secoli.
Onore a te o Vecchio Palmieri, a te, e alla antica gloriosa Italia; la natura non permise che, novello Plinio, per interrogare la gran Madre nelle sue spaventose febbri, venisse privata la scienza d'uno dei suoi migliori pionieri.
Cessarono finalmente, le convulsioni della natura e quelle degli uomini e, quasi per riposare il corpo stanco e l'animo affievolito fui rimandato a Firenze, all'Ufficio Centrale di Santa Maria Novella: lasciai Napoli con la nostalgia di rivederla, presto presto, ma, pur troppo, dovevano passare molti anni prima di riporvi piede.
CAPITOLO XXIX.
Il mio ritorno alla Cittą de' Fiori non poteva, certo, destarmi grandi emozioni: avevo vissuto abbastanza in quell'amena cittą da poterne studiare le bellezze, e conoscerne la vita. Questa volta ce l'avrei dunque trascorsa molto a fatica e noiosa, sotto i cenci meschini dell'impiegatuccio povero, sempre arrabbiato, e in lotta per non aver soldi in tasca, e per esser costretto a passar la pił gran parte della giornate in ufficio.
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