Lei ascoltava pensosa; qualche volta sorridendo, spesso con gli occhi luccicanti di lacrime; ma un giorno, con fare soavemente preoccupato, il volto pallido e il labbro tremante mi rispose:
- Oh Giulio: non sai tu che tutti i dubbi che tu m'hai enumerati, io pure li ho sentiti spuntare ad uno ad uno nel cuore? - non sai - (che tanto bene sai le origini delle religioni e la vuota vanità di tutti i dogmi e di tutte le lussureggianti apparenze dei preti) che io ho pure dubitato se non sia un sogno pauroso questo cielo, questa terra, questi pianeti, queste stelle, questi soli che c'illuminano? Ma - che bene ne verrebbe al nostro cuore se dal più nascosto ripostiglio, dal suo più puro nascondiglio, ne levassimo quel fiorellino delicato che si chiama speranza? La vecchierella che giunta al suo ultimo giorno di vita, reclina la candida testa sul suo guanciale di dolore e s'addormenta tranquilla e serena, e sente fermarsi il povero cuore per sempre, e lo fa nella pace e col conforto d'una speranza che si è accresciuta con gli anni come sulla pianticella di garofano si sono, a poco a poco, di primavera in primavera, accresciuti i boccioli rossi nati dal suo stesso germoglio, così, io sento il bisogno che il mio cuore speri imperterrito in qualche cosa più alto e più santo che non sia una vita terrestre volgare e dolorosa. Spera - oh Giulio - spera anche tu; e credi, poichè solo nella fede in qualche cosa di supremo e incomprensibile a noi, può mantenercisi onesti e guardinghi tra le battaglie umane!
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Giulio Giulio
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