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      Io non avrei preteso null'altro da tutti che un zinzin di buona memoria e di riconoscenza: nulla! il cuore umano è quanto di più fallace vi sia in natura. Ve ne darò un altro esempio: sentite.
      Io amava teneramente Sandro fin dai primi anni che ne ebbi fatta la conoscenza a Siena; era fra noi uno scambio di sentimenti fraterni senza limite: m'ingegnavo di rendergli quei mille servigj che sempre occorrono nella vita, massime quando si devono passare molte ore del giorno insieme. Io lo rilevavo di servizio delle buone mezz'ore prima; facevo per lui delle nottate, quando - come spesso diceva - si sentiva poco bene (scopersi poi che le nottate le andava a pensare in ben altre parti che nel suo letto); gli scrivevo le lettere, e perfino una ne scrissi alla Loggia Massonica del Grand'Oriente di Firenze perchè, a forza di maneggi segreti, potesse uscire dal servizio telegrafico esclusivo, entrando in quello del movimento; cosa a quei tempi assolutamente miracolosa, perchè il Direttore Generale non permetteva tali trapassi, per veruna ragione al mondo: e la vinsi.
      Orbene, per costui, che aveva bisogno lì per lì d'una diecina di lire, io impegnai perfino il mio orologio, e gliene diedi otto, chè più non me ne vollero dare allo sportellino. Pochi amici - credo - farebbero di queste azioni; eppure che memoria e che gratitudine mi dimostrò cogli anni il buon Sandro? nessuna. Quando tornai dall'America, mi stabilii per qualche mese a Viareggio, e lo invitai a passar con me un paio di giorni; venne, il caro Sandro; ed ebbi la soddisfazione di riabbracciarlo circondato dalla mia famigliola: ciò fu nel 1893, dopo dieci anni che non c'eravamo veduti.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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