.. eccolo! Visione indimenticabile.
L'avevo veduto nello stretto di Messina il '60 e a Monsummano nel '66; lo rivedevo ora, dopo dieci anni. Ma com'era cambiato: il volto bianco, tinto appena d'un rosa pallido; i capelli biondi grano divenuti cinereo-rosati; conservava il leonino del volto e quella bellezza maestosa che tutti gli conoscemmo nei giorni suoi più gloriosi: solamente l'occhio conservava ancora tutta la forza maravigliosa del suo impero, del suo cuore, della fiamma straordinaria che animava quell'uomo unico al mondo.
Fu disceso lentamente, sostenuto sotto le ascelle; io non vidi da chi, ma credo o mi fu detto, che c'era Menotti, Canzio e Basso il suo inseparabile segretario. Aveva la papalina a filetti d'oro. Raggiava dal suo pacifico viso, con un sorriso divino; ma scorsi su quel volto e in quel sorriso un non so che di stanco e di smorto che non ho mai dimenticato.
Il popolo mugghiava di fuori, sul piazzale della stazione, e noi lo prendemmo in mezzo, facendo scudo colle nostre persone temendo che nella rèssa non lo schiacciassero: il punto terribile fu al cancello d'uscita! Passar quel punto voleva dire risicare le costole; fu afferrato con la delicatezza d'una madre dalle vigorose braccia de' suoi; alzato, felicemente varcò quella cancellata, che a ripensarci ora mi fa rizzare i capelli - Sulla porta v'erano già schierati una cinquantina di garibaldini: una carrozza era pronta; in men che non si dica, i cavalli furono staccati; i garibaldini trascinarono la carrozza, - posto l'Eroe a sedere, e appena il popolo lo vide (che così alto poteva essere scorto da tutta l'infinita moltitudine che pareva un Oceano in burrasca), s'alzò un urlo solo dalle centomila bocche, e mi parve, mi parve veramente, che quel popolo avesse un'anima sola, uno sguardo solo.
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