L'ebbi sopra, come l'ombra di Banco, per molto tempo, nè potei vedergli mai un atto che non fosse d'un ipocrita e matricolato: ovidio nasone, era il nomignolo che gli davamo; ma io più spiccio lo chiamavo «Caccialepre» perchè era una spia del Vaticano, e tutto preti e madonne.
Costui me ne fece una che non gli potei perdonar mai, e che me la scontò in modo feroce poi, come sentirete. Ecco il fatto, nella sua realtà; non v'aggiungo fronzoli nè ricami: è la verità pura e semplice; ma poichè questa non è una storia, nè ha la presunzione d'essere un romanzo, e tanto meno una novella; se c'è qualcosa che paja straordinaria, crediate pure che così è perchè così è, puramente e semplicemente.
Però, da uomo leale, glielo avvertii con queste parole: - «Va bene; lei mi ha punito; è mio superiore di grado, non ho nessun tribunale dove appellarmi per giustizia; ma badi bene, di non cadere lei un giorno in qualche infrazione del Regolamento, perchè: Una mano lava l'altra e tutt'e due lavano il viso; - le prometto che non userò riguardo veruno e s'accorgerà che sarebbe stato meglio chiudere un occhio sulla mia, in apparenza, mancanza di disciplina. Mi fece uno dei suoi risolini ambigui, e mi voltò le spalle.
Ora ecco il fatto che dette motivo a farmi pagare un bel foglio da cinque lire di multa e veda il lettore imparziale se io ebbi ragione di stare in vedetta e per lungo tempo contro di lui.
Era una notte in sul principio dell'estate, e faceva già un discreto caldo; tenevo aperto l'uscio d'ufficio e finivo di trasmettere i telegrammi della piccola velocità sul filo di Pisa (cosa che facevamo sempre nelle ore dopo la mezzanotte quando era sbrigato tutto l'altro servizio de' treni) a un tratto sento una voce sommessa di donna, vicino a me che pronunzia queste parole:
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Banco Vaticano Regolamento Pisa
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