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      Mi faccia vedere la Fisica del Jamin.
      L'uomo mi sbircia ben bene con l'occhio cisposo e m'accorgo che fa l'inventario della mia povera persona: - gli vedevo proprio correre i pensieri in que' brutti occhiacci di talpone fognajolo...
      - «Eh eh - risponde - vedere Jamin: ma il Jamin costa sa lei; costa settantacinque lire; caro; cosa vuol che le faccia vedere a lei»... e giù un'altra sbirciata alle scarpe che ridevano da tutte e due le parti e che io con l'inchiostro annerivo sulle scuciture in modo che non si vedesse troppo il bianco delle calze: mi venne la fotta; caccio la mano nella tasca ladra; eravamo a fin di mese e avevo riscosso la paga netta netta proprio quel giorno; apro il cencio di portafoglio che avevo, e gli metto sotto il naso tutto quello che c'era: Settantacinque lire fiammanti e pochi spiccioli. Appena l'animale vide tutto quel ben di Dio, mutò tattica: eccolo tutto manieroso, correre alla scansia, aprirla, metter mano sotto i volumoni e me li sciorina dinanzi. Che volete che vi dica! io non so se era proprio il diavolo che mi spingeva di dietro; veder quelle belle figure, sentire quell'odorino fresco fresco di stampato novo fiammante... per farla corta, pagai le settantacinque lire, ma non potei fare a meno di dirgli: l'abito, caro mio, non fa il monaco, e qualche volta si dovrebbe conoscere un po' il galateo. E carico di quel peso gradito con un monte di salamelecchi da parte di quella bestia che mi deve aver preso per un originale pieno zeppo di denaro; con la porta tanto larga alla mia uscita trionfale me ne riprendo il cammino di casa, a capo basso.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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