In un gran centro di corruzione come cotesto, noi eravamo rimasti illibati, puri, vergini, ricchi di illusione e di fede - e la felicità e la grandezza di un tale amore non possono essere raccontati.
VI
Perché noi ci amavamo diversamente da tutti gli altri. I nostri piaceri piú ardenti consistevano spesso in alcune fanciullaggini senza nome, in alcune puerilità che ci avrebbero fatto sorridere se non ci fossimo amati sí ciecamente.
Una delle sue soddisfazioni piú vive era di far colazione con me, di mangiare con me dei confetti, di mangiarne molti, e tutti metà per uno; di ravviarmi i capelli, di guardare, come i bambini, la sua immagine riflessa nelle mie pupille.
Conoscevamo tutti i piú piccoli sentieri di queste praterie tristi e monotone. Vi facevamo delle lunghe passeggiate; quando si toglieva la mantiglia e il cappello, ne piantava gli spilli in qualche foglia d'ellera abbarbicata ad un salice, e nelle nostre scorrerie venture andavamo poi a cercarli. Non sono piú di pochi mesi che sono riuscito ancora, dopo quattro anni, a trovarne due irrugginiti dalle pioggie e dal tempo.
Ci sedevamo spesso lungo i ruscelli a veder scorrere l'acqua; e strappavamo alcuni steli di erba che avevano in fondo una cannuccia tenera di sapore quasi dolce, e ce ne offrivamo a vicenda, dicendoci scherzevolmente:
- Assaggia questo.
- Oh, il mio è molto piú saporito!
- Questo è eccellente.
- Eccone uno che è squisitissimo.
E ridevamo, ed esclamavamo di noi stessi: «che fanciulli!»
Fuori di Porta Magenta, vi è dal lato destro della via un bel torrente, e un ponticello di tavole non piú largo di due spanne.
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Fosca
di Igino Ugo Tarchetti
pagine 213 |
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Porta Magenta
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