Ne conosceva il soggetto, e ne aveva avuto sott'occhi alcuni sunti, ma non l'aveva mai letto.
- Avete avuto troppo premura di restituirmelo, è libro che vuol essere meditato.
- È vero, se il meditarvi sopra non fosse cosa pericolosa.
- Parmi anzi utile.
- Utile sí, certamente. Voleva dire pericolosa per la nostra pace, per noi donne, per... me. Vi sono delle letture che mi fanno male.
- Voi sapete - io dissi per tenermi da capo sulle generali - che Rousseau, cosí virtuoso nei suoi libri, ha esposto cinque figliuoli alla ruota di Parigi?
Essa mostrò di non aver compreso quell'artificio; accennò del capo come avesse voluto dire: «Altro è l'uomo, altro le sue opere», e riprese:
- Credo che il meditare sui libri e il rileggerli sia cosa sommamente inutile, anzi sommamente nociva; a meno che in tutta la vita non se ne leggesse che uno solo, e questo fosse tale da instillarci princípi retti e da fortificarvici. Di libri educativi non ve ne può essere che uno, pena la contraddizione, giacché ogni uomo ha vedute opposte, o per lo meno diverse. Il leggere molti libri, il meditare su molti non ha altro effetto che quello di renderci dubbiosi sulle nostre idee, incerti nei nostri pensamenti; non si sa piú a che cosa credere, e spesso si finisce col non credere piú a nulla. Sono convinta che ogni libro che non diverte, fallisce il suo scopo; che ogni libro che fa pensare, nuoce. L'obiettivo d'ogni lavoro letterario dovrebbe essere la fantasia - non la testa che si guasta, non il cuore che sanguina - ma l'immaginazione che si esalta e gioisce.
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Fosca
di Igino Ugo Tarchetti
pagine 213 |
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Rousseau Parigi
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