Pagina (57/213)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      ..
      E s'interruppe di nuovo angosciosamente.
      Eravamo arrivati in quel punto nel mezzo di una crociera ove sorgeva un monumento di marmo. Sopra una fronte di esso, rimasta intatta, erano scritti a matita molti nomi che il tempo aveva in parte cancellati: due righe sole parevano recenti e dicevano: 22 agosto 1863. Giulio e Teresa - amanti e sposi felici.
      Mentre Fosca me le indicava col dito, sentiva la sua persona pesare sopra la mia con abbandono. Non era effetto di voluttą, ma prostrazione, abbattimento improvviso. Quanto a me, quelle parole mi avevano colpito piś intimamente: la mia situazione era tale da sentire piś al vivo quel richiamo: «amanti e sposi», noi non eravamo che amanti, noi, io e Clara, non saremmo stati sposi mai; il nostro stesso amore non era che una colpa, che una violazione di quella legittima felicitą di cui godevano quei due ignoti. Essi erano stati in quell'eliso quattro soli giorni prima di noi - era allora il ventisei agosto, me ne ricordo bene - come - come dovevano esservisi sentiti felici! Correre lungo quei viali, nascondervisi dietro i carpini; chiamarsi, inseguirsi, sedersi su quelle viole; oppure passeggiarvi a braccio, vicini vicini, colle teste che si toccano, colle mani intrecciate; e parlare di cose malinconiche, di ammalarsi, di morire... «prima io; no, prima io... assieme...». E mi veniva in mente che quattro giorni prima era stato un bel giorno quieto, fresco, sereno, e il sole doveva essere tramontato, come allora, in un oceano di raggi infuocati, e quel luogo doveva essere stato bello, severo, incantevole come in quel momento.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Fosca
di Igino Ugo Tarchetti
pagine 213

   





Giulio Teresa Fosca Clara