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Ho passato tutto il giorno a sognare, e perciò non ti scrivo che stasera. Ho avuto caro che oggi abbia piovuto. Una volta la pioggia mi metteva malinconia; adesso mi rallegra. Forse perché ora sono felice, mi piace che la natura sia malinconica? Non lo so. Quando si è felici si amano i piccoli dolori e le piccole contrarietà - forse per ombreggiare meglio le nostre gioie e per darvi un risalto maggiore.
Devo dunque parlarti di me? scriverti qualche cosa della mia vita? Non so come incominciare.
Quando era piccina aveva un'abitudine comune a tutti i fanciulli, e di cui veniva rimbrottata assai spesso. Chiudeva gli occhi, e vellicandoli leggermente col rovescio della mano, vedeva dei ghirigori, delle scintille, degli oggetti d'ogni forma e d'ogni colore, delle figurine, ma tutte in modo confuso, intricato, variabile. Mi succede ora intellettualmente lo stesso fenomeno, se tento di affacciarmi alle memorie del mio passato.
E sí che il mio passato fu assai povero di tutte quelle gioie che formano ordinariamente per le donne una causa di dolci rimpianti - amori, adulazioni, vanità soddisfatte - io ho provato nulla, o quasi nulla di tutto ciò. La maggior parte degli uomini amano inconsciamente il passato per la sola ragione che è passato, io credo di averlo caro per lo stesso motivo.
Io nacqui malata: uno dei sintomi piú gravi e piú profondi della mia infermità era il bisogno che sentiva di affezionarmi a tutto ciò che mi circondava, ma in modo violento, subito, estremo.
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Fosca
di Igino Ugo Tarchetti
pagine 213 |
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