Chi eravamo noi? Quali rapporti correvano tra quei due esseri sí diversi? Quella donna sí mostruosa, sí spaventevole, sí malata, poteva essere l'amante di quell'uomo? Tali erano le domande che io leggeva negli sguardi attoniti dei nostri compagni di viaggio.
Mi ricorderò per tutta la vita di quel giorno!
Alla sera mi sentii un poco rassicurato nel ricevere questo biglietto del dottore:
Ho saputo da lei quanto è successo oggi, e vi scrivo per incarico suo; state tranquillo, la cosa non ebbe alcuna conseguenza, suo cugino ignora tutto. Sento che intendete di ripartire domani, e che avete promesso ritornare fra due giorni. Verrò domattina a parlarvi e a consigliarvi in proposito
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Ma quali altri consigli poteva egli darmi in quel caso?
XLI
Pochi minuti prima che io partissi, il medico venne infatti a trovarmi.
Entrò nella stanza sorridente con aria di voler fare le beffe della mia sconfitta; e mi sarei offeso di questo contegno, se non l'avessi saputo sinceramente interessato ai miei casi, e non fossi stato certo che egli era appunto venuto da me per suggerirmi qualche altro rimedio.
- E cosí, - mi diss'egli sedendosi - eccovi già di ritorno. Non avrei creduto di rivedervi sí presto. Avete avuto paura? Vi siete lasciato ricondurre come un agnello.
- Voi conoscete quella donna, - risposi io - non crederete certo che avrei potuto contenermi diversamente.
- Lo so, ma la cosa per se stessa è assai singolare; non vi offendete se ne ho sorriso mio malgrado. Immagino almeno che questo vostro recarvi a Milano per due giorni non sia che un pretesto, e che la vostra partenza sarà decisiva.
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Fosca
di Igino Ugo Tarchetti
pagine 213 |
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Milano
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