- No, ho promesso di ritornare.
- Bisogna dimenticarsene.
- Ne ho impegnato la mia parola d'onore.
- Male. Bisognerebbe dimenticarsi anche di questa.
- Non è possibile.
- Come volete. Non voglio esporvi qui le mie teorie sull'onore, ma mi limito a farvi una domanda: "Che cosa intendete di fare?".
- Ciò che è oramai inevitabile. Ritornare, giustificare con un pretesto qualunque la mia rinuncia alla licenza, e rimanere presso di lei fino a che non vedrò la possibilità di fare diversamente.
- Datemi il vostro polso - diss'egli; e corrugò la fronte tastandolo. - La vostra tosse è diminuita?
- Accresciuta.
- Dormite?
- Poco.
- Agitato?
- Estremamente.
- Fate cattivi sogni?
- Orribili.
- Fra due giorni sarete traslocato a Milano, - diss'egli tranquillamente. - State assai male; avete bisogno di cambiar aria; questa atmosfera vi uccide.
- A Milano! Fra due giorni.
- Sí, me ne incarico io. L'aria di quel paese vi farà bene. Farò revocare la vostra licenza, e vi farò invece avere una traslocazione che renderà la vostra partenza inevitabile. Ella lo comprenderà, non potrà opporsi. Le dirò che fui io a provocarla vostro malgrado.
- Ma pensate...
- A che cosa? - interruppe egli con impazienza. - Io penso al vostro bene, giacché voi non avete un'oncia di giudizio, e lasciate volentieri che vi pensino i vostri amici. Dopo tutte le follie che ha fatte per voi, dopo quella colossale di ieri, la salute di quella donna è peggiorata a tal segno, che ella non ha piú due mesi di vita; e due altri mesi di soggiorno vicino a lei basterebbero a dare a questa lenta infiammazione che vi divora uno sviluppo che renderebbe impossibile arrestarla.
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Fosca
di Igino Ugo Tarchetti
pagine 213 |
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Milano Milano
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