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      Capirete che ciò è tal cosa cui non si può rimediare con delle parole. È necessario che me ne diate una riparazione d'altro genere. Spero che non dovrò costringervi ad accordarmela.
      - Volete dire?
      - Noi ci batteremo.
      - Va bene. Quando?
      - Domani.
      - Ma... - interruppe il dottore - io credo... mi pare che se si facessero prima alcune parole in proposito, non sarebbe gran male; sarebbe possibile intendersi, e...
      - Via, via, - riprese furiosamente il mio avversario - è inutile che insistiate a questo riguardo. Voi non conoscete tutte le minime particolarità di questo fatto, non sapete fino a che punto io fui ingannato. Vi fu un altro miserabile che ha abusato di quella donna... egli lo sa, ho avuto la debolezza di raccontarglielo. Finora ha saputo sfuggirmi, ma nutro speranza che un giorno o l'altro c'incontreremo.
      Io non risposi, e continuai a guardare la fiamma del caminetto.
      - Spero - continuò egli riavvicinandomisi, dopo aver fatto alcuni giri per la stanza - che lascerete a me lo stabilire le condizioni di questo scontro. Voi siete il provocato, ma io sono l'offeso. Voi solo sapete fino a che punto mi avete offeso. Abborro questi duelli ridicoli che finiscono con una scalfittura. È necessario che ci battiamo fino a che uno di noi rimanga sul terreno.
      - Sia, - io dissi senza sollevare gli occhi - ho bisogno di uccidere un uomo.
      Il mio avversario e il dottore mi guardavano meravigliati.
      - Saprete però - continuò il colonnello - che ciascuno di noi arrischia ad un tempo la sua posizione.


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Fosca
di Igino Ugo Tarchetti
pagine 213