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      cose terrene! Aviate speranza in Dio,
      di cui sono tutte le cose; ed egli lefa, ed egli le può tutte disfare: egli
      le ci dà, egli le ci può tôrre; e però
      voi non curate di queste cose...
      LEGGENDA DI TOBIA pubblicata dal Vannacci.
     
      Ora è d'uopo che dicifriamo ai lettori, se mai ad alcuno resse la pazienza di seguirci fin qui, codesto segreto sulla scomparsa del cane, proprio nel punto in cui era maggior necessità di lui. Già le cose sono sempre andate d'una guisa a questo mondo, e quando uno ci diventa necessario, possiamo far ragione di non trovarlo più. Così avvenne del cane, e così avviene ed avverrà sempre di tutti gli uomini. Ma la cagione di ciò? In verità ci duole di doverla schiccherare qui sui due piedi ai lettori, e confessiamo che ci sarebbe goduto l'animo di poterla tacere sino al fluire del libro tanto per tener altrui in curiosità e per dare una misteriosa importanza al nostro racconto. Ma poichè ci siamo imposti di seguitare passo passo il cronista, fa d'uopo che rinunciamo a codesto piacere, perchè a que' tempi d'ignoranza non conoscevasi neppur di nome l'arte di tirar per le lunghe un racconto, d'intricarlo con mille accidenti, e di farlo oscuro come una sciarada; il novellatore camminava dritto al termine senza pur volgere il capo per vedere chi gli teneva dietro. E così faremo noi. Solo preghiamo que' tali che si fossero addati del fatto già da buona pezza addietro, di non darsene per intesi e di far le maraviglie per lo scioglimento impensato, e ciò per la nostra dignità di romanziere storico.


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La cà dei cani. Cronaca milanese del secolo 14.
cavata da un manoscritto di un canattiere di Barnabo Visconti
di Carlo Tenca
Editore Borroni e Scotti Milano
1854 pagine 168

   





Dio Vannacci