E dover restar solo tutta una notte, in quel brutto luogo, all'oscuro, senza un'anima che mi ascolti.
- Hai paura a dormir solo, neh? soggiunse di nuovo lo Scannapecore il quale pareva pigliar sollazzo dagli sgomenti di Tonio. Non dubitare, figliuolo, che ti faremo tener compagnia, e tale che ti terrà svegliato più che non sei solito.
- Tonio alzò gli occhi sul viso dello Scannapecore e lo guardò con un certo piglio tra il dubbioso e lo spaventato, il che fece fare alla sua fisonomia una smorfia così patetica da cavar le risa a tutt'altri che allo Scannapecore. La stessa Cecilia, quantunque impensierita e tutta raccolta nel suo dolore, non potè stare dal volgersi un cotal po', e veduto lo sgomento rivelarsi da ogni fibra del garzone, non seppe trattenere un senso di compassione più grande e più nuovo quasi che non quello provato poc'anzi. Perocchè, sebbene l'assenza del marito e la sottrazione del fanciullo le fossero stati argomento di consolazione, tuttavia, a mente un po' più riposata, pensava che Stefano non avrebbe potuto tenersi celato a lungo, e che il fanciullo, se era salvo dagli sgherri, rimaneva però abbandonato nelle mani della provvidenza, e si voleva un miracolo perchè non morisse di fame. A ciò ella non aveva badato sulle prime, e appena avuto sentore del pericolo, visto che il fanciullo dormiva, se l'era pigliato sulle braccia, e l'aveva nascosto in un piccolo andito che metteva nel cortiletto dove niuno sarebbe andato a frugare. E infatti la cosa era avvenuta giusta il suo desiderio, e la Cecilia consolavasi nella speranza che Martino, il quale era uscito in traccia dell'armajuolo, trovatolo o no, ritornasse a casa, e ne levasse il fanciullo.
| |
Scannapecore Tonio Scannapecore Scannapecore Cecilia Stefano Cecilia Martino
|