Barnabò avvilirsi a questo punto!
- Se la signoria vostra si degnerà di lasciarmi parlare, rispose Uberto, vedrà che altro è il mio intendimento. Innanzi tutto non è d'uopo rivolgersi direttamente al papa, ma scrivere all'uno o all'altro dei duchi d'Austria, perchè pongano maggior calore nelle negoziazioni, e le trattino anzi a nome vostro. Perciò conceder loro larga potestà di stabilire i patti, salvo a rifiutarsi nel momento di stipulare l'accordo. Così col mostrare di volere la pace, la signoria vostra troverà più docili ed affezionati gli animi dei soggetti, si procaccerà la benevolenza degli altri principi d'Italia, e in ogni modo guadagnerà tempo, e potrà mettersi in istato di far fronte a qualunque ostilità. Il temporeggiare non è mai stato dannoso.
Il Duca stette alquanto sopra pensiero, quasi meditasse il partito che gli veniva proposto, finalmente disse:
- Or bene, sia fatto come voi dite. Scriverò al duca Leopoldo e gli farò nuove proposizioni. Intanto, se Dio vorrà che la peste se ne stia lontana, e che il paese possa rifiorire di bel nuovo, ci appresteremo alla guerra per la primavera vegnente, e il diavolo si metta dalla parte di chi ha ragione. Se potessi trar dalla mia quel Giovanni Accoud che ora è al soldo del papa, quello sarebbe un potente ajuto. Ma per ottener ciò si vogliono tesori, e nella stagione che corre... Basta, di cosa nasce cosa, dice il proverbio, e il tempo matura tutto. Ora, Medicina mio, disponi la pergamena per la lettera che abbiam detto, e voi altri, Rodolfo e Lodovico, preparatevi ad uscire di Milano tra poco, perchè voglio fare una corsa al mio castello di Marignano.
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