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      Stà a vedere che non potrò esercitare la giustizia a casa mia, perchè tra quelli che mi ubbidiscono ve ne sono alcuni che portano la cotta o il piviale! La sarebbe bella davvero! Eppure tutte le discordie avute col pontefice e le guerre che ne naquero furono cagionate da siffatte inezie. che è una vergogna il dirle. E come ne tien memoria, e come le cava fuori ad ogni istante queste balorde accuse! Quasichè non predicasse tutti i giorni la moderazione e il perdon delle ingiurie. Oh! se potessi accostarmi una volta ai Fiorentini, la vorrei far vedere in barba alla Santa Sede e a tutti i collegati. Orsù, che cosa è accaduto laggiù?
      Queste ultime parole il Duca le volse al Medicina, il quale entrava in quel punto e mostrava di aver qualche nuova non troppo grata, che non volesse uscirgli dalla gola.
      - Orsù, diss egli di nuovo Barnabò, avresti veduto la befana forse, che sei diventato muto?
      - Ho veduto peggio che la befana; ho veduto il demonio in carne ed ossa con abito da monaco. E bisogna proprio che sia tale, perchè le guardie che stanno giù alla porta, se l'avevan preso in mezzo e volevano fargli un bel giuoco: ma egli con quattro parole li fè stare tutti a segno, che è un gran dire.
      - E che cosa vuole costui? disse il Duca facendosi scuro in viso.
      - Che cosa vuole? cioè che cosa vogliono, perchè sono due i frati e non uno. Dicono che hanno grande necessità di parlare colla Signoria vostra, e chiedono ad ogni costo di essere messi dentro.
      - Ho capito: saran venuti a domandare qualche limosina pei loro conventi.


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La cà dei cani. Cronaca milanese del secolo 14.
cavata da un manoscritto di un canattiere di Barnabo Visconti
di Carlo Tenca
Editore Borroni e Scotti Milano
1854 pagine 168

   





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