Quel trovarsi così abbandonata, in quel luogo solitario, nelle mani di un uomo ch'essa abborriva come il peccato, e che poteva fare di lei quello strazio che avesse voluto; quel non saper nulla, proprio nulla nè della propria sorte, nè di quella del marito e del figliuoletto, le cagionava un freddo al cuore, uno sgomento sì grande, che quasi temette di uscire di senno. Allorchè, dopo una mezz'ora circa, venne uno dei cagnotti a recarle il pane e la scodella dell'acqua, e a deporre il saccone, la Cecilia singhiozzava tuttavia e non s'era mossa dal luogo ov'erasi raccosciata: tanto che colui, sbirciatola di traverso, le disse:
- Ecco qui il pane e l'acqua ed anche il saccone, che è una dilicatezza ignota per questi luoghi.
Ma vedendo ch'ella non badava a lui, e tirava innanzi a piangere, scrollò il capo, e soggiunse, mentre usciva:
- Oh! colomba mia, si vede che tu sei novizia, e non hai ancora imparato a star in muda. Ma ti avvezzerai presto, te lo dico io. Hai forse paura a star sola, non è vero? Già voi altre femmine siete tutte così: ma non dubitare che verrà lo Scannapecore a tenerti compagnia. Lascia fare a lui che conosce tutti i vezzi per andar a' versi alle donne.
Lasciamo pensare ai lettori se queste parole erano tali da rassicurare la Cecilia e da farla cessare dal piangere. Essa non toccò nè l'acqua nè il pane, e non si mosse mai da quella sua positura, temendo perfino di coricarsi sul saccone per non essere colta dal sonno, e di trovarsi per tal guisa più facilmente in balía del primo che fosse entrato.
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Cecilia Scannapecore Cecilia
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