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      - È lo Scannapecore, gridarono tutti in coro.
      Infatti era il canattiere, il quale trovato al mattino mezzo soffocato nel letto, incapace di reggersi sulle gambe, era stato portato a braccia di popolo, così vestito da vecchia, fra le risa ed il tripudio della ribaldaglia. Il Duca appressatosi a lui, che giaceva senza trar fiato, riconosciutolo, gli diè una spinta con un piede, e disse:
      - Gettate ai cani questa carogna, e che ognuno vada pe' fatti suoi.
      Lo Scannapecore fu portato dentro e posto in un camerotto insieme coi mastini, dove appena giunto mandò l'ultimo fiato;e la moltitudine partissi cheta cheta, e oltremodo contenta di quello spettacolo. L'armajuolo, entrato insieme col Duca, riebbe la moglie e il garzone, e tutti e tre recatisi a casa fecero una festa grande e ringraziarono il cielo della loro liberazione.
     
      FINE.


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La cà dei cani. Cronaca milanese del secolo 14.
cavata da un manoscritto di un canattiere di Barnabo Visconti
di Carlo Tenca
Editore Borroni e Scotti Milano
1854 pagine 168

   





Scannapecore Duca Scannapecore Duca