Federico co' suoi soldati scorre il territorio Milanese, ed ovunque porta il sacco, il fuoco, la distruzione ed il macello di uomini, di donne, di fanciulli. Rosate, Trecate e Galliate ne sentirono il maggior danno. Tortona, perchè amica dei Milanesi, viene assediata, ed intorno alla città sono piantate alcune forche per appiccarvi tutti i prigionieri fatti nelle varie sortite dei Tortonesi, che sostennero valorosamente un assedio di settantadue giorni. Tortona data alle fiamme si arrese salva la vita dei suoi cittadini. Federico si porta quindi a Roma, ove fu coronato imperatore e re d'Italia da Adriano IV, e compiute le feste della sua incoronazione, stanchi i suoi soldati della guerra, lo costrinsero a far ritorno in Germania. Passando per Verona tenne un gran consiglio, nel quale spogliò la Milano del diritto di zecca, che concedette a Cremona, città a lui affezionata.
In questo torno di tempo i Milanesi rialzarono la città di Tortona, concorrendo alla spesa nobili, cittadini, popolani e campagnuoli. Tentarono pure colle armi di riprendersi qualche città o terra che loro si era ribellata, e la potenza loro ritornava al pristino stato, quando le discordie insorte tra il Pontefice e l'Imperatore costrinsero quest'ultimo a ritornarsene in Italia nel 1158 con un esercito di 100,000 combattenti capitanati da Ladislao, re di Boemia, Corrado, duca di Rottenburgo, Lodovico, conte palatino del Reno, Federico, duca di Svevia, Enrico, duca d'Austria, Alberto, conte del Tirolo, Ottone, conte palatino di Baviera, Federico, arcivescovo di Colonia, Arnaldo, arcivescovo di Magonza, Hellino, arcivescovo di Treveri, Vikmanno, arcivescovo di Magdeburgo, il principe di Zaringhen ed altri principi sovrani.
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