Il Primo Console, dopo che vide accettati i preliminari della pace anche dalla sola potenza che ancor impugnasse le armi contro la Francia, e aperto in Amiens un congresso che doveva determinare i compensi a' Principi che per le guerre cessate erano rimasti senza Stato, pensò chiamare a Lione una consulta straordinaria Cisalpina, formata da tutti i ceti più rispettabili dello Stato, coll'approvazione dei quali diede una stabile costituzione, chiamandola col nome di repubblica Italiana, e proclamò un governo costituzionale, composto dal vicepresidente Francesco Melzi, dal consigliere di Stato Guicciardi, dal gran giudice Spanocchi, da una consulta di Stato rappresentata dai cittadini Marescalchi, Serbelloni, Caprara, Paradisi, Fenaroli, Containi, Luosi, Moscati; da un consiglio legislativo; da un collegio Elettorale di Possidenti, da un collegio di Commercianti e da un collegio di Dotti.
Poi rivolto all'illustre Assemblea così disse:
«La repubblica Cisalpina riconosciuta a Campo Formio ha di poi provate molte vicende. I primi sforzi fatti per costituirla riuscirono male. Invasa dalle armate nemiche, la sua esistenza non parea più neppur probabile, quando il popolo francese scacciò per la seconda volta colla forza delle sue armi i vostri nemici dal vostro territorio. Dopo questo tempo si è tutto tentato per smembrarla.... La protezione della Francia ha vinto... voi siete stati riconosciuti a Luneville. Accresciuta la Repubblica di un quinto, ora esiste più potente, più solida, con speranze lusinghiere!
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