Quando un avventuriere si solleva tant'alto, la Provvidenza non soffre simili stravaganze, se non a condizione che ne risulti un grande compenso. Bonaparte non aveva che a formare la felicitą dei Francesi, ed i Francesi gli sarebbero stati sottomessi. La pace di trenta milioni d'uomini avrebbe prevalso ai diritti di una sola famiglia. Riconosciuto capo di una grande Monarchia egli non aveva che ad entrar nelle mire politiche dell'Europa, occuparvi modestamente il posto gią occupato dagli scaduti re di Francia, animare la confidenza degli altri potentati anzichč spaventarla, conservare invece di distruggere, calmar le procelle, e far vedere in sč medesimo, mentre l'Europa ne sperava tutto il bene, l'iride annunciatrice all'uomo di un bel sereno dopo la tempesta. A queste condizioni le Potenze Europee lo avrebbero ammesso nella loro famiglia, non avrebbero arrossito di avergli conferito un nome di cui egli avrebbe procurato di rendersi degno, ed il titolo di sovrano in luogo di essere un tributo, sarebbe divenuto una ricompensa.
In mezzo a tutto questo havvi perņ chi lo difende, chi tuttavia lo chiama il Grand'Uomo, l'eroe del nostro secolo, chi attribuisce la sua caduta all'essersi stretto in parentela colla Casa d'Austria, chi all'aver condotto prigioniero il Papa, e all'averlo obbligato a scioglierlo dei primi voti per passare in seconde nozze con Maria Luigia. Ma siamo giusti, egli aveva ben altri nemici a combattere, segreto l'uno, l'altro palese, i quali s'erano intesi fra loro per abbattere il colosso.
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