Abbandonando la Francia a' suoi antichi padroni, gli alleati non avevano calcolate le resistenze che sarebbonsi presentate, e le difficoltà di contenere sotto il monarchico scettro di Luigi XVIII tutti i nuovi ed inveleniti elementi che la rivoluzione aveva fatti scaturire e insieme costretti. Indarno la precedenza del legittimo re tentò di comprimere o d'annullare queste segrete e terribili agitazioni; troppo difficile è a governarsi un popolo appena uscito da una rivoluzione.
Non passò intero un anno che l'antico fermento di odio popolare contro le monarchiche istituzioni del passato, sviluppandosi con veemenza in grembo alla Francia, offerse a Napoleone il destro di ritentare la fortuna e di riprendersi la corona.
Egli s'imbarca su d'un piccolo vascello, tocca terra in Provenza, e poco dopo si rimette in sede alle Tuillerie, intanto che tutte le Potenze Europee s'armano per cacciarlo di nuovo. Nè fu guari difficile chè sparito ogni prestigio, quest'ultimo sforzo del gigante, oramai impotente, andò a rompersi contro il disastro di Vaterloo. Per terminare degnamente questa vita sì fortunosa, l'Europa, vinta per tanti anni, rimandò in esiglio in un'isola quasi deserta, a sant'Elena, l'uomo che tanto la spaventava.
Ma ritorniamo alle cose di Lombardia. Allora che il gran colosso veniva abbattuto da tutte le Potenze, i Milanesi sentivano pur sempre il peso delle continue imposizioni del cessato regno d'Italia, e soprattutto delle leggi del bollo e delle incessanti leve di coscritti.
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