L'ordinamento municipale e comunale, antico vanto di queste contrade, prezioso deposito del lucido buon senso italiano, assoggettò a una tutela minuziosa, molesta, tutta negl'interessi del fisco, tutta rivolta a stringere, a impastojare. La religione finse proteggere per usarla a strumento di dispotismo, e la fe' schiava delle ignobili sue paure. Alla pubblica beneficenza tolse ogni azione spontanea, la inintricò nelle lungaggini amministrative, la ridusse una docile macchina dell'aulica onnipotenza. Non permise, od a stento permise, ed armandosi delle cautele più basse, che la carità cittadina sorgesse a soccorrere la pubblica miseria, a frenare e purgare il contagio della corruzione abbandonato a sè stesso sulle vie e ne' tugurj, ne' ricoveri e nelle carceri. S'impadronì del patrimonio de' pupilli obbligando i tutori ad investirlo nelle carte pubbliche lasciate alla balía delle misteriose sue frodi. Le professioni liberali ammiserì, assoggettando il loro esercizio alle prescrizioni più grette, più vessatorie. Perseguitò la scienza italiana, cercò distruggerla coi moltipli studj introdotti nel pubblico insegnamento, tutti falsati, tutti confusi, perchè l'idea non restasse in noi libera, perchè il peso e la massa fiaccassero lo slancio e facessero abortire l'ingegno. Sollevò ridicoli scrupoli, inciampi odiosi e infiniti alla stampa italiana, alla diffusione della stampa forestiera, per mortificare in noi l'intelletto ed il cuore, per appartarci dalla civiltà europea(18). Insidiò, martoriò gli uomini più chiari, protesse in cambio le intelligenze e le nature servili: organizzò la vendita infame delle coscienze, organizzò in esercito lo spionaggio: eresse la delazione e il sospetto in sistema: fe' arbitra la Polizia della libertà, delle vite, delle fortune: imputò colpa al desiderio, inflisse pena alla parola, intimò minaccia al pensiero: confuse e disperse le vittime del patrio amore con gli assassini e coi falsarj.
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Polizia
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