Durammo ancora ad essere pazienti, e ci rassegnammo a divorar gli scherni più amari, gli oltraggi più crudeli per oltre due mesi lunghissimi, che ci furono una continua agonia. Finalmente il 18 di marzo usciva in Milano un bando, in cui s'annunziava che il Governo austriaco s'era deliberato di concedere a' suoi popoli istituzioni più larghe, e promettevasi la libertà della stampa e la convocazione in Vienna pel mese di luglio delle Rappresentanze di tutti gli Stati della Monarchia. Nel tempo stesso spargevansi le novelle del moto viennese, da cui raccoglievasi che il Governo austriaco aveva dovuto cedere a fronte dell'insurrezione. Quel bando e quelle novelle rivelavano che si trattava d'una promessa estorta, da eludersi o rinnegarsi appena le circostanze mutassero. E però noi risolvemmo tentar l'ultimo esperimento e chiarire le intenzioni di Vienna all'Europa: vittima ch'eravamo da tanti anni dei soprusi e delle frodi della Polizia, domandammo che questa fosse disciolta, e che a tutela dell'ordine pubblico venisse armata una milizia cittadina.
Ci fu risposto a colpi di moschetti e di cannone.
Allora noi sentimmo giunto il momento di operare, e sorgemmo: cessammo allora d'esser pazienti: allora ci deliberammo di farla finita e per sempre.
VII. 18 marzo (sabato)
Suonata è la squilla, - già il grido di guerraTerribile eccheggia per l'Itala terra:
Suonata è la squilla, - su presto fratelli,
Su presto corriamo la patria a salvar: -
Brandite i fucili, le picche, i coltelli,
Fratelli, fratelli corriamo a pugnar.
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