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      » Ed il Giornale Il 22 Marzo, per tacere di tutti gli altri giornali ed opuscoli che a centinaja s'ammucchiano sopra il mio tavolo, così s'esprime:
      La causa della nostra indipendenza è vinta, vinta nel fallo come lo era già prima nelle idee e nei desiderj di tutti. Lo straniero, che da tanti anni occupava le nostre contrade fugge cacciato dalle armi cittadine e si ritrae verso l'Adige, inseguito dall'odio e dall'esecrazione universale. Tra non molto tutto il Paese sarà sgombro, ed i Lombardi potranno abbracciare i loro fratelli colla coscienza e coll'orgoglio d'una libertà dovuta alla concorde energia dei loro sforzi. È questo un trionfo, che non ha riscontro nella storia, uno di quegli avvenimenti che la provvidenza suscita, quand'è il tempo, a rinnovare sui popoli il miracolo dell'amore, e a rintegrare la fede sui destini dell'umanità. Ormai la vergogna di trentaquattro anni è espiata, espiata coll'audacia del conflitto e colla sublime mansuetudine del perdono. Il nostro popolo s'è ribattezzato degnamente nel sangue de' suoi martiri, ed è risorto più forte e più glorioso di quel che lo fosse, sette secoli fa, nei campi di Legnano. La Lombardia ha ora anch'essa il suo Vespro, ma questo potrà dirsi una volta l'ultimo Vespro italiano.
      Al cospetto dì avvenimenti così grandi, così prodigiosi, come quelli de' cinque giorni trascorsi, fra le grida entusiastiche, i palpiti, le lagrime, le speranze e gli abbracciamenti, è impossibile assumere ufficio di storico ed esporre distesamente i fatti di questa rivoluzione, unica nelle vicende delle Nazioni.


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Cronaca della rivoluzione di Milano
di Leone Tettoni
Editore Wilmant Milano
1848 pagine 255

   





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