Un benemerito nostro concittadino, il signor Enrico Martini, s'incaricò di portare a noi questa notizia a traverso i mille pericoli che si opponevano al suo ingresso in Milano. Giunse la mattina del giorno 21: con che gioja fosse accolto dal Governo Provvisorio, è facile imaginarlo: ebbe subito missione di riportare a S. M. il Re di Piemonte i sensi della nostra gratitudine, i fervidi nostri voti, perchè le gloriose sue truppe accorressero in nostro soccorso. Insuperabili difficoltà provenienti dalla sospettosa vigilanza dei soldati Austriaci si opposero per alcune ore alla partenza del signor Enrico Martini: ma finalmente il valore dei cittadini gli aprì la porta della città, ed egli ne approfittò, volando a Torino.
Ivi espose il desiderio del popolo Milanese, rappresentato dal Governo Provvisorio, ed ottenne da S. M. il Re le seguenti formali promesse: 1.° La partenza immediata di un esperimentato e patriottico Generale il Conte Passalacqua, il quale arrivò a Milano la sera del giorno 24 per cooperare all'ordinamento delle nostre milizie. 2.° Il passaggio del Ticino d'un corpo di fanteria pronto ad entrare in Milano(31) alla prima rinchiesta del Governo Provvisorio. 3.° Queste truppe porteranno una bandiera neutrale, nè Piemontese nè Lombarda, ma l'italiana, in segno di delicato rispetto verso le future deliberazioni del paese quando sarà legalmente convocato a decidere i proprj destini. 4.° Finalmente il Re di Piemonte si propone di venire egli stesso alla testa del rimanente suo esercito in Lombardia; ma disse al signor Martini queste parole: Io non entrerò in Milano prima di avere sconfitti in battaglia gli Austriaci, perchè a gente tanto valorosa non voglio presentarmi se non dopo aver ottenuta una vittoria che mi faccia conoscere egualmente valoroso».
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