Porta Ticinese. Un fatto d'armi alla casa del tenente de' Poliziotti al ponte delle Pioppette procurò arme e munizioni a quei pochi dei nostri che si erano cimentati. - Nel locale detto della Vettabia si combattè per alcune ore coi Raisingher, cinque dei quali furono fatti prigionieri con l'acquisto di altrettanti moschetti e qualche sciabola. - Il colonnello dei Raisingher, che aveva il suo alloggio in casa Orelli a S. Calocero, chiamò quivi a difesa cento dei suoi soldati che continuarono a bersagliare tutto il giorno su gl'inermi passaggieri e sulle finestre intorno. Portatisi a combattere quella soldataglia una mano de' nostri prodi, fra' quali i cittadini Giacomo Colombo, Borletti e Biancardi, e dopo breve combattimento tolsero ad una compagnia di soldati due forgoni carichi delle robe del colonnello, ed il cavallo carico di munizioni da guerra che portava ai cento di guardia: l'ufficiale ferito fu steso al suolo, non pochi di quelli che scortavano il carriaggio furono uccisi e gli altri messi in fuga. - Fra i prodi combattenti di Porta Ticinese in questo giorno, va distinto il nome di Giovanni Onetti, che senza aver riguardo al numero bersagliava intrepido il nemico e riusciva sempre vittorioso. E da una dichiarazione del Comitato di pubblica difesa, risulta che egli consegnò tredici prigionieri compiutamente disarmati, del reggimento Sigismondo, da lui presi fuori di Porta Tosa, azione d'inaudito coraggio, molto più sapendo egli che mentre combatteva per la patria, la sua casa veniva svaligiata dalla rabbia tedesca.
| |
Ticinese Poliziotti Pioppette Vettabia Raisingher Raisingher Orelli S. Calocero Giacomo Colombo Borletti Biancardi Porta Ticinese Giovanni Onetti Comitato Sigismondo Porta Tosa
|