Gli antivegenti però ed i più cauti traggono invece subito a far barricate; tavole, panche, sedie, casse, tutto si pone insieme. Una mano dei più ardenti prontan le scale per istrappare l'abborrita aquila, il pesante stemma della Polizia; e senza istrumenti tanto fanno, che alla fin fine la smuovono, la fanno cadere, e fra i fischi e gli urli la collocano arrovesciata a far parte della più vicina barricata. La contrada allora prende un carattere nuovo; dal silenzio, passa repentina ad un fracasso forsennato: chi con zappe comincia a strappar i ciottoli, chi con leve cerca alzar i lunghi marmi del selciato, chi grida, chi ordina, chi consiglia, chi lavora, chi getta dalle finestre materiali ad ingrossar le barricate, sembra insomma una vera Babilonia».
«Una voce sonora però nel frastuono si fa sentire a chiedere: Ed i prigionieri? - Fuori i prigionieri, libertà ai prigionieri! - fu la risposta in coro. E pochi minuti appresso, eccoti le prime vittime. Chi erano mai? Erano.... quelle donne della gioja.... quella peste della società.... No, no, fuori i prigionieri politici, sentesi a gridare, e voi, o donne, a casa....Vengono invece faccie pallide, brutte, sinistre, le quali appena sortite da quella porta vi sporgano la mano cercando pane confessando che sono 40 ore che non mangiano! fra le quali due, padre e figlio che dicono essere un anno che penano, e che non fu nemmeno loro cominciato il processo, e che ignorano la causa della loro carcerazione!! - Ma i prigionieri politici dove sono?
| |
Polizia Babilonia
|