Dopo un quarto d'ora si sente rispondere - Che s'ignora ove si trovino. - Allora l'oste della contrada dei Due Muri, che nel suo commercio vendeva vino e commestibili ai custodi dei detenuti, e che da loro sapea il numero della stanza nella quale erano rinchiusi, grida che questi si trovano nelle carceri ai numeri 18, 30, 36 e 37. Rinvenute le chiavi, eccovi persone civili, fra le quali il marchese Villani, il sig. Ravizza, il sig. Marcora ed altri precipitar da quel crudo ingresso. Al loro apparire grida di gioja gli accolgono, tutti corron loro incontro, i conoscenti balzan loro al collo, gli baciano con calde labbra, gli stringon tutti con quella consolante allegrezza, che anche i cuori i più indifferenti avrebbe mosso a dolci lagrime. Se avesti veduto, o Torresani, le tue vittime come venivano accolte, e con qual giubilo! Tu, uom senza cuore, anzi col cuor da tigre, avresti.... Ma che dico? Ti narreṛ invece, amico lettore, un altro tratto della bontà di cuore del prelodato Torresani. Spogliata la Polizia dell'armi da fuoco che saran state 22, o 15, e di un centinajo di armi da taglio, si pasṣ a correre le camere degli ufficj, alcune delle quali si trovarono spoglie di libri, e specialmente la segretaria, che, come dissi, furono bruciati nella notte della domenica, come ne fanno fede le rinvenute ceneri, e gli illeggibili avanzi quasi tutti scritti in francese. In altri locali si trovarono gli effetti rubati, che la paterna Polizia non restituiva mai, o quasi mai ai proprietarj, e nella chiesuola del locale 5 cadaveri di poliziotti uccisi, un altro di costoro morto in sul solajo, e tre feriti, in fine penetrarono i cittadini nelle eleganti stanze da dove imperava il Torresani: dato mano a rompere ed a fracassare qualche mobile, passarono di là in un elegante gabinetto, nel quale trovarono giovine signora vestita di seta nera, stringentesi al seno una bambina con a lato una cameriera, entrambe pallide, tremanti stavano ginocchioni.
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