Partiti i cannoni, Vernay colse l'occasione per correre co' suoi bravi a dar l'assalto alla porta e vi giunse vittorioso(44).
Porta Nuova. Narra la Gazzetta officiale di Milano del giorno 8 aprile, i seguenti due fatti: Il giorno 20 marzo alle ore otto di mattina i valorosi della nostra patria costrussero una barricata in capo alla contrada di S. Giuseppe verso Brera, onde impedire alla guardia del palazzo del Genio la ritirata, e precludere al presidio del Comando Militare la via di soccorrerla, indi i pochissimi nostri tiratori, fra le acclamazioni dei cittadini che dalle finestre confortavanli a combattere, si avanzarono dirigendo le palle dei loro archibugi al Palazzo del Comando Militare, cui presidiavano una compagnia di granatieri ungaresi ed un'altra del reggimento Raisinger. Questi mandarono allora un officiale con bandiera bianca a chieder pace; ma poscia, tosto che un animoso giovane si fu presentato al loro capitano intimando che cedessero le armi, venne scoperta l'insidia di quel messaggio, il capitano ricusò di far deporre le armi alla soldatesca, e tradimento! fu il grido che risuonò per tutta la contrada, tradimento! Nè quel grido falliva, perchè non erasi appena finita la barricata, che il fuoco della moschetteria nemica si avanzava dalla contrada dei Fiori, e ne fu colpito alla mano sinistra ed alla coscia l'ex militare Luigi Perdoni, ultimo a dipartirsi dall'opera: raccolto però in una casa nella contrada di Brera, il Perdoni ebbe tosto ajuto, poichè il dottor Buzzi con le cure pronte dell'arte lo avviò a sicura guarigione.
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