Dopo di aver recato soccorsi di vitto e di denari agli abitanti di questa parte della città confinante coi bastioni della Porta, alla testa di pochi uomini eseguì una barricata mobile con fasci di legna, e la spinse avanti l'inimico, il quale vi scaricava contro una grandine di palle ed alcuni colpi di cannone a mitraglia. Infiammati i nostri di furor patrio non temono la morte, e si spingono tanto sotto che costringono l'inimico alla fuga, lasciando tre de' suoi morti sul campo. - Il Beltrami contribuì ancora alla liberazione di Cittadella.
Narrasi nei citati 200 racconti, che una banda di Zingari scesero verso le ore 11 dalle gradinate verso il tombone di Viarenna, e schierati portaronsi per ispaccare la porta presso il monumento Sforza, quando alzati miracolosamente gli occhi verso il monumento che rappresenta la Madonna del Duomo, e, quasi colpiti da terrore, proseguirono il loro cammino fino alla casa Dacomo, al civico n.° 3577, ove trovata sgraziatamente aperta la porta, si introdussero in numero di nove. - Alcuni dopo di avere spezzato varj usci, si portarono ad ispiare sul tetto se mai vi fossero persone nascoste; altri discesero nella cantina, ed ivi rinvenute nascoste più di venti persone, scaricarono contro loro diversi colpi di moschetto e ne uccisero e ferirono tre. Uno degli uccisori fu ammazzato dai vicini, e gli altri fuggirono.
Porta Tosa. Ad alcuni de' nostri venne fatto d'uscire dalla città guadando un'acqua che scorre sotto il bastione tra porta Romana e porta Tosa, e di concerto con varj paesani entrarono nella casa dell'osteria delle Asse, dalle cui finestre poi fecero fuoco crivellando di palle anche la casa della Birreria in possesso delle truppe, come abbiamo veduto.
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